Definizione e inquadramento della cefalea a grappolo

La Cefalea a grappolo, per fortuna, è uno stato patologico molto poco frequente; è però, assai importante, riconoscere questo tipo di mal di testa, poiché presenta caratteristiche cliniche tali per cui il suo trattamento è necessario che sia specifico e che dia benessere ai pazienti in tempi molto brevi. La gravità di tale Cefalea è testimoniata dalla denominazione che, sia pur non ufficialmente, le è stata attribuita: CEFALEA DA SUICIDIO!
La Cefalea a grappolo ha una frequenza nella popolazione generale dello 0,1 per 100; è più consueta nei maschi (a differenza dall’Emicrania che, invece, colpisce molto di più le donne). In passato la frequenza era preponderante nei maschi rispetto alle donne: 7 a 1; negli ultimi decenni il distacco è sceso a 4 a 1; è molto probabile che ciò sia avvenuto perché le donne si sono omologate ai ritmi di vita e ai modi di essere tipicamente maschili.
L’insorgenza avviene più spesso tra i 20 e i 50 anni; si possono, però osservare anche delle prime manifestazioni dello stato patologico in età differenti; la comparsa della Cefalea a grappolo tra i 10 e i 19 anni riguarda, infatti, un quinto dei pazienti.
La Cefalea a Grappolo nella Classificazione internazionale delle Cefalee è posizionata nell’ambito delle Cefalee primarie. La definizione di grappolo è data dal fatto che queste crisi si manifestano quotidianamente all’interno di periodi che vengono chiamati grappoli; i grappoli possono durare da settimane a mesi e, nella forma episodica sono separati da periodi di remissione completa (senza alcun sintomo) che possono durare mesi o anni.
Studi riguardanti le caratteristiche psicologiche delle persone affette da questo tipo di cefalea hanno evidenziato le seguenti tendenze: dipendenza affettiva, compulsività, ambizione ed efficientismo che compensa l’insicurezza e la scarsa autostima.

Le caratteristiche cliniche della Cefalea a grappolo

I segni e i sintomi di questa cefalgia sono piuttosto tipici nel senso che una volta che si è visto un paziente con un attacco di Cefalea a grappolo sicuramente lo si riconoscerà e lo si ricorderà per sempre.
Gli attacchi sono molto gravi, completamente unilaterali; il dolore, intensissimo con caratteristiche strazianti, è collocato soprattutto nella zona orbitaria (percepito come qualcosa che brucia nell’occhio) e sovra orbitaria; inoltre, può essere coinvolta anche l’area temporale, frontale, mascellare, quella della nuca e del collo; molte volte si osserva una combinazione di queste diversi settori.
In alcuni casi è presente arrossamento facciale e sensazione di pienezza auricolare.
L’attacco può durare da 15 a 180 minuti; si può verificare da una volta a otto volte al giorno (in alcuni casi anche di più). Il dolore è associato ad altri sintomi anch’essi unilaterali e omolaterali al dolore: iniezione congiuntivale (occhio rosso), lacrimazione, congestione nasale, rinorrea, miosi, ptosi, e, a volte, edema della palpebra. Qualche volta sono stati osservati dei pazienti che riferiscono un senso di tensione del collo che precede l’attacco nelle sedi tipiche. La crisi spesso è correlata a una attivazione della regione posteriore dell’ipotalamo.
Una caratteristica di questi pazienti, che dà la contezza della loro terribile sofferenza, è che non riescono a stare distesi sul letto e non sono mai tranquilli; camminano e sono, in genere, estremamente agitati fino al punto di arrivare a sbattere letteralmente la testa contro il muro.
Le cefalee a grappolo raramente cambiano di lato e se lo cambiano ciò avviene in grappoli diversi.
La classificazione delle cefalee indica che per fare una diagnosi di Cefalea a grappolo bisogna aver subito almeno 5 attacchi.
All’incirca nel 10-15 % dei pazienti si verifica una forma cronica che non ha periodi di remissione. In realtà le due forme (episodica e cronica) da un punto di vista clinico sono del tutto identiche. L’unica cosa che distingue la Cefalea a Grappolo episodica dalla Cefalea a Grappolo Cronica sono gli intervalli di remissione. Nella prima durano almeno tre mesi senza l’intervento di nessun tipo di trattamento preventivo, mentre in quella Cronica i periodi di remissione o non ci sono o durano meno di tre mesi.
Il più delle volte la Cefalea a grappolo cronica insorge dopo anni di quella episodica.
Per quanto riguarda la ciclicità la cefalea a grappolo molto spesso si manifesta nelle stagioni di passaggio (primavera-autunno). Nei cicli giornalieri si osserva che gli attacchi si manifestano in genere dopo pranzo, dopo cena nella notte tra l’una e le tre e durante la fase Rem del sonno.

Aspetti terapeutici e salutistici per la cura della Cefalea a grappolo

Per ciò che riguarda l’intervento sugli aspetti sintomatici della Cefalea a grappolo i due capisaldi sono il SUMATRIPTAN e l’OSSIGENOTERAPIA. Entrambi agiscono velocemente sul dolore producendo vasocostrizione.
Il SUMATRIPTAN è un farmaco di sintesi che è somministrato sotto cute; è molto efficace, ma presenta notevoli inconvenienti: costo elevato, effetti collaterali e controindicazioni cardiovascolari e cerebrovascolari e ha, pertanto, un dosaggio massimo di 2 fiale al giorno e per un massimo 10 giorni al mese. È, poi, possibile che causi la cronicizzazione della cefalea a grappolo e/o una cefalea secondaria da uso eccessivo creando un ulteriore e grave deterioramento della qualità della vita dei pazienti.
L’OSSIGENOTERAPIA consiste, invece, nell’assunzione al 100% di 9-15 litri al minuto di ossigeno attraverso una maschera di Venturi. Essa è in grado di determinare la scomparsa del dolore o la sua significativa attenuazione nel 78% dei pazienti, che è un dato sovrapponibile a quello ottenuto con lo Sumatriptan.
L’ossigenoterapia ha effetti collaterali solo transitori e può essere usato ripetutamente, può essere somministrata ai pazienti con controindicazioni all’impiego del Sumatriptan e non provoca cronicizzazione della cefalea; l’ossigeno rappresenta, dunque, il trattamento sintomatico della cefalea a grappolo dotato del miglior rapporto costo-beneficio.
Alcune caratteristiche della Cefalea a grappolo, cioè i sintomi, gli aspetti di ciclicità quotidiana e stagionale, l’aggravarsi con passare del tempo, l’insorgenza delle crisi dopo i pasti, l’aumento della frequenza tra le donne avvenuta in questi ultimi decenni e l’implicazione dell’ipotalamo sono indizi che fanno molto ragionevolmente pensare che la cefalea a grappolo sia l’espressione di un rilevante stato infiammatorio cronico derivante da e sua volta provocante uno squilibrio PsichoNeuroEndocrinoImmunoSomatico (PNEIS).
Dunque, se si vuole curare veramente la Cefalea a grappolo non ci si può limitare a un intervento sintomatico, ma si può e si deve intervenire contemporaneamente sulle cause prime di questa patologia.
L’intervento curativo naturale, personalizzato e olistico sulla persona affetta da questo mal di testa si avvale di un insieme coordinato e sinergico di varie discipline terapeutiche.
La Fitoterapia e l’Omeopatia Omotossicologica permettono di produrre un lenimento sintomatico, una benefica disintossicazione, una fisiologica attività di modulazione dell’ infiammazione e un’azione di riequilibro sui meccanismi etiopatogenetici. È, inoltre, da segnalare la possibilità preziosa, con le fiale di rimedi omeopatici omotossicologici, di poter effettuare la OmeoMesoterapia.
La Terapia Fisiologica di Regolazione nasce dal proficuo connubio di concetti omeopatici e della visione sistemica dell’essere umano con i risultati dell’attuale, e sempre più raffinata, ricerca nell’ambito della Biologia Molecolare. Essa si propone di stimolare, in modo dolce e innocuo, ma proprio per questo molto efficace, i meccanismi di autoregolazione nell’organismo alterato attraverso l’assunzione di rimedi costituiti da molecole fisiologicamente presenti nel nostro corpo e diluite in minime e precise concentrazioni. Si tratta di elementi che regolano il sistema neuro-endocrino-immunitario: i neuropeptidi (messaggeri del sistema nervoso), gli ormoni (messaggeri del sistema endocrino), le citochine (messaggere del sistema immunitario), e i fattori di crescita (molecole che svolgono una funzione di stimolo e di regolazione nei confronti dei tessuti).
Il Counseling con i Fiori di Bach, offre la possibilità di agire sulle componenti psicologiche che possono concorrere all’eziopatogenesi del mal di testa, ma anche sulle sofferenze esistenziali causate dalla cefalea.
La Nutraceutica e la Psicoprobiotica con i loro apporti di aminoacidi essenziali, vitamine, minerali, oligoelementi, acidi grassi polinsaturi, antiossidanti, probiotici e prebiotici e complessi enzimatici, riforniscono l’organismo di preziosi elementi nutritivi e contribuiscono al riequilibro della flora intestinale.
Il cavallo di battaglia fondamentale per la terapia del mal di testa sono i Trattamenti Manuali Riflessologici. Tali trattamenti si pongono in perfetta sinergia con tutte le altre terapie; agiscono sul corpo non solo interrompendo, a partire da questo versante, i circoli viziosi, locali e somatopsichici, ma, anche, producendo circoli virtuosi salutogenici. Utilizzo tecniche manuali specifiche, semplici, estremamente collaudate: si tratta di massaggi del viso, massaggi del collo e delle zone contigue e la riflessologia della mano.
All’elencazione delle terapie naturali e olistiche del mal di testa occorre aggiungere alcune indicazioni che riguardano lo stile di vita: per prevenire e curare il mal di testa il medico si deve occupare anche della qualità del sonno del paziente, della sua alimentazione, dell’andamento dell’alvo, delle condizioni di lavoro, delle relazioni sociali e familiari, delle sue attività motorie e sportive etc.

DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it

MAL DI TESTA: CEFALEA A GRAPPOLO, LA “CEFALEA DA SUICIDIO” ultima modifica: 2019-09-09T11:15:03+02:00 da Dott Michele Iannelli
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