Difficoltà relazionali

A chi ami dai:

- Ali per volare.
- Radici per tornare.
- Motivi per restare.
Facciamo figli indipendenti e sicuri di se stessi per vivere una vita piena e onesta.
“Quando una madre ama davvero educa i suoi figli affinché imparino a volare”.



Annalisa Pintus

La nostra storia

L’istante in cui avviene il concepimento è l’avvio dello sviluppo di una nuova individualità dotata di un patrimonio genetico e bisognosa di un nutrimento di natura biochimica e bioenergetica, ma anche, e soprattutto, relazionale.

Alla nascita l’uomo è sostanzialmente definibile come un organismo già caratterizzato dalla specie di appartenenza, dal patrimonio genetico, dalla sua specifica costituzione e dalle esperienze bio-emozionali vissute durante la vita intrauterina: da questo momento intraprende un processo di individualizzazione entrando attivamente in relazione con l’ambiente extrauterino.

L’evoluzione e la maturazione della persona non sono, infatti, basate solo su ciò che è innato, né sono il risultato passivo di stimoli provenienti dall’ambiente esterno o da pulsioni interne, ma sono, soprattutto, il risultato di esperienze relazionali determinate ed elaborate attivamente dal soggetto.

Occorre aggiungere che noi esseri umani siamo caratterizzati come specie dal fatto di nascere “prole inetta” e di mantenere questo stato, per un tempo piuttosto lungo; quindi, per una soddisfacente maturazione ed evoluzione abbiamo bisogno di buone relazioni con le figure di riferimento più significative: innanzitutto con i genitori o con chi ne svolge le funzioni.

Un processo relazionale sufficientemente buono

Quando lo sviluppo evolutivo del bambino si svolge in un clima emotivo “sufficientemente buono”, si determinano ottime probabilità che la persona possa instaurare un rapporto positivo con se stesso e con gli altri.
Per clima relazionale buono si intende un’atmosfera caratterizzata da relazioni basate su condivisione, intesa, sintonizzazione e riconoscimento. Relazioni, cioè, in cui siano vigenti empatia, fiducia, accettazione, rispetto e coerenza di messaggi: in ultima analisi, amore. Ciò sarà apportatore di proficue opportunità evolutive che renderanno possibile una buona qualità della vita.

Quando il processo relazionale non va per il verso giusto

Analizziamo cosa può verificarsi se, invece, le interazioni, prima di tutto con la madre e poi con la coppia genitoriale, non vanno per il meglio. La persona, nell’infanzia prima e nell’adolescenza poi, sarà indotta, a partire dalle sue “ferite dell’anima”, a mettere in atto una serie di credenze dogmatiche, di adattamenti e reazioni che verranno costruite e funzioneranno in maniera sostanzialmente inconscia.

I contenuti inconsci sono molto personali ma possono essere così categorizzate: immagini di sé considerate inconciliabili con le idealizzazioni, conflitti, traumi, modalità rigide di lettura della realtà ma, anche e soprattutto, un’insieme intricato, complesso e variegato di tattiche e strategie difensive e di sopravvivenza.

Alcuni esempi di questi contenuti e modalità inconsce sono i tentativi di compensazione attraverso irrealistiche autoidealizzazioni, i comportamenti evitanti in ambiti che possono riattivare il dolore delle ferite, la ricerca continua di accettazione da parte degli altri, la rabbia e la distruttività nei confronti di ciò che risuona come frustrazione.

Tutto ciò si genera come risposta e difesa verso situazioni (tra cui quelle di natura edipica) che nell’infanzia sono state lette come particolarmente minacciose rispetto alla propria sopravvivenza e che, quindi, attivano profonde angosce. Si tratta di reazioni e difese molto articolate da parte di un’organizzazione molto complessa, ma allo stesso tempo con un alto livello di fragilità e un notevole potenziale di conflittualità.

Maggiore è l’influsso di questi elementi inconsci sulla nostra vita e maggiore sarà la disfunzionalità relazionale; essa darà segno di sé attraverso modalità e stili di interazione con la realtà e con se stessi connotati da rigidità, automatismo, autoritarismo, carenza di autostima, ansia, conflittualità, eccessiva tensione, insicurezza, diffidenza, tristezza, dogmatismo, senso di colpa, stasi, rinuncia, chiusura autarchica e coazione a ripetere in ogni occasione significativa una sorta di copione sempre uguale.

Tutto ciò si concretizza in ultima analisi nello “star male“ nella relazione con se e con gli altri, poiché ci si è allontanati dalla propria “essenza” sana e genuina quella che Edward Bach, medico gallese fondatore della Floriterapia definiva “Vero Sé”; si rimane così vittime di interferenze ed autointerferenze.

Uno stato di squilibrio come quello descritto a lungo andare autointossica e rende particolarmente permeabili alle intossicazioni provenienti dall’esterno, ossida e acidifica, diminuisce o addirittura esaurisce la propria capacità di far fronte ed adattarsi agli eventi “stressanti”, altera l’armonia corporea.

In ultima analisi possiamo affermare che quanto più l’inconscio è pervasivo tanto più la persona tende a un “disordine” che destabilizza globalmente la sua dinamica Psico-Neuro-Endocrino-Immuno-somatologica (PNEIS) e, di conseguenza, oltre al disagio e al malessere emotivo, potranno essere presenti patologia somato-psichiche e psico-somatiche.

Come intervenire?

La Psicoterapia Olistica Umanistica e il Counseling Olistico Umanistico, sia pure in modi e a livelli diversi, offrono la possibilità di effettuare un lavoro che permette di ampliare la conoscenza, la coscienza e la consapevolezza sia delle dinamiche sfavorevoli, sia di quelle virtuose. Esse, cioè, portano alla luce sia gli aspetti disturbanti, sia le risorse evolutive.
La Psicoterapia Olistica Umanistica e il Counseling Olistico Umanistico sono particolarmente indicate nel caso di “difficoltà relazionali”.
Questi interventi, infatti, sono da considerare come un laboratorio in cui la persona in difficoltà e il professionista operano con uno spirito di collaborazione e alleanza; una buona relazione psicoterapeuta-paziente è, infatti, il campo e il presupposto fondamentale per cogliere, innanzitutto, il significato, la collocazione e i contorni delle motivazioni e delle cause inconsce del mal-essere.

Attraverso, inoltre, specifiche modalità, tecniche e contesti (setting), la Psicoterapia e il Counseling permettono al paziente, in una situazione protetta e compartecipata, di sperimentare ed eventualmente far sue nuove possibilità di interazioni che possono generare il cambiamento desiderato.

N.B. Le pagine relative ai disturbi trattati sono necessariamente sintetiche; maggiori informazioni su questi argomenti si trovano negli articoli che sono e che saranno pubblicati nel blog; suddivisi nelle rispettive categorie e sottocategorie hanno l’obiettivo di condividere ragguagli e riflessioni più approfondite, specifiche e ampie.

N.B. Invito il lettore che avesse bisogno di ulteriori chiarimenti e approfondimenti a consultare le altre voci del menù di questo sito cliccando sulle parole evidenziate in blu e/o consultando la voce FAQ Domande Ricorrenti.

DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica, omeopata e floriterapeuta.
Esperto in NeuroRiflessoTerapia personalizzata (Medicina Punti Dolorosi) e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it

DIFFICOLTÀ RELAZIONALI ultima modifica: 2018-08-31T10:16:23+02:00 da Dott Michele Iannelli
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