“Curare una malattia quando è ormai comparsa è come iniziare a scavare un pozzo profondo quando si ha sete o forgiare le armi quando la battaglia è già iniziata.”

– Nei Jing, II sec. a. C.

Considerazioni introduttive

Il rilassamento è la fase finale delle sessioni della Camminata Metabolica; è, dunque, l’ultima in ordine temporale ed è generalmente quella a cui viene dedicato meno tempo rispetto al susseguirsi della Camminata Strutturata e degli Esercizi Fondamentali. Questa precisazione non deve, però, trarre in inganno; infatti, la sua collocazione finale ha un significato tattico molto rilevante e la sua essenza produce una serie di benefici eccellenti e profondi che aggiungono valore e integrazione alle fasi dell’allenamento che la precedono.
Prima di entrare nello specifico del rilassamento è opportuno fare alcune considerazioni introduttive che permettono di inquadrare il contesto in cui si colloca questa pratica.
La Camminata Metabolica è un’originale e innovativa attività (motoria, ginnica e mentale) ideata da Stefano e Davide Fontanesi; è adatta a tutte le età, si svolge in gruppo nei parchi, si avvale di una speciale corda, dotata di manici, denominata F-Band ed è coordinata da un Trainer certificato tramite un trasmettitore e delle cuffie auricolari; si contraddistingue per essere una fantastica alchimia a cui concorrono vari fattori: immersione nella natura, serietà metodologica, valori etici, semplicità, divertimento, creatività e potente attivazione del ben/essere.
I numerosi benefici salutogenetici, locali e globali, che si ottengono grazie a questa pratica, sono da attribuire, in buona sostanza, a una maggiore attivazione e ad una migliore regolazione del metabolismo.
Il concetto di metabolismo è da intendersi come l’insieme grandioso, variegato e coordinato di tutti quei mutamenti che avvengono nel nostro organismo in ogni frazione di secondo della nostra vita; in questa sede il metabolismo è considerato in tutte le sue declinazioni: biochimiche, bioenergetiche, strutturali, relazionali ed esistenziali.
La salutogenesi, promossa anche dalla Camminata Metabolica, è un’interessante punto di vista, che sta, proficuamente, tornando in auge in questi ultimi decenni nell’ambito della Medicina, della Psicologia, delle Scienze Motorie e delle Scienze Sociali; essa, infatti, si focalizza sulle fonti della salute corporea, psichica e spirituale; la salutogenesi si occupa, cioè, di studiare e promuovere le “cause” della salute. Essa è, dunque, il presupposto implicito e fondamentale della prevenzione cioè di quella prospettiva scientifica che, invece, vuole individuare l’eziologia degli stati disfunzionali e patologici per poterli evitare.

Camminata Metabolica: salutogenesi e prevenzione del Distress e della Infiammazione Silente Cronica

La Camminata Metabolica, come già detto, nella sua interezza (che si completa con la pratica del rilassamento) attiva e regola il metabolismo inteso nella sua accezione più globale. Dobbiamo attribuire questa immane funzione salutogenetica a una serie di segnali che mobilitano e indirizzano beneficamente sia molecole di natura biochimica (neurotrasmettitori, ormoni, citochine, elementi nutrizionali, fattori di crescita, elementi di modulazione della infiammazione, enzimi etc), sia onde impalpabili di natura elettromagnetica; si determina così un equilibrio cangiante, adattativo ed evolutivo di cui si avvalgono tutte le nostre sfaccettature in intimo e continuo collegamento tra di loro: Psicologiche, Neurologiche, Endocrine, Immunitarie e Somatiche (PNEIS). Ciò rende il nostro organismo più forte e resistente alle due mega cause di tutti i nostri stati patologici: il Distress e l’Infiammazione Sistemica cronica; ecco dunque che la funzione salutogenetica della Camminata Metabolica sfocia in quella preventiva!

Distress e Infiammazione Silente Cronica

Stress è una parola inglese derivante dalla fisica e dall’ingegneria; essa indica lo sforzo a cui è sottoposto un materiale.
Lo stress nell’accezione medica consiste in una risposta PsicoNeuroEndocrinoImmunoSomatica a stimoli di origine interna e/o esterna fisiologicamente impegnativi e/o negativi.
La parola inglese stressor è traducibile con il termine agente stressante; esso si riferisce a stimoli di diversa natura che determinano stress.
Possiamo suddividere gli infiniti agenti stressanti in due categorie principali che contengono a loro volta due sottocategorie:
1) AGENTI STRESSANTI ESTERNI:
a) Agenti stressanti esterni relazionali ed esistenziali come, per esempio, un divorzio, una perdita del lavoro, un trasferimento in un’altra località, un surmenage intellettuale etc.
b) Agenti stressanti esterni materiali come, per esempio, la sedentarietà, una cattiva alimentazione, l’uso improprio di farmaci di sintesi, l’inquinamento elettromagnetico e/o atmosferico, un’infezione etc.
2) AGENTI STRESSANTI INTERNI:
a) Agenti stressanti interni relazionali ed esistenziali come, per esempio, la cronicizzazione di conflitti intrapsichici, l’irrigidimento di meccanismi di difesa e di strategie di sopravvivenza, emozioni negative, dogmi e pensieri auto boicottanti etc.
b) Agenti stressanti interni disfunzionali come, per esempio, un dolore persistente da artropatia, una ipertensione vascolare cronica, uno stato costante di disbiosi intestinale etc.
Eustress significa, letteralmente, giusto stress. Esso indica la fisiologica attivazione a fronte di un qualsiasi evento impegnativo e/o perturbatore dell’equilibrio di un organismo. L’attivazione è una condizione temporanea e auspicabile che permette di dare il meglio di sé in caso di eventi particolarmente impegnativi e significativi come, per esempio, la guida di un’automobile in un’autostrada molto trafficata.
Il Distress è, al contrario, uno stato disfunzionale e caotico in cui una persona non è più in grado di adattarsi completamente ai fattori di stress e, pertanto, prova un forte senso di malessere e mostra comportamenti disadattivi.
Il Distress corrisponde alla terza fase dello stress, cioè l’esaurimento che segue alla fase di reazione e a quella di resistenza. La fase di esaurimento si manifesta inizialmente con uno stato continuativo di scarsa di energia; tale fase è il risultato di stress cronici ma ha anche l’obiettivo di segnalare alla persona che ha bisogno di un congruo periodo di riposo; ecco perché l’effetto stimolante del sistema nervoso simpatico viene sostituito da quello rilassante del parasimpatico. Se, invece, la persona continua a esporsi e/o a vivere situazioni intrapsichiche e ambientali logoranti e vessatorie si attua una cronica attivazione del Sistema Nervoso Simpatico e nel contempo l’azione del sistema parasimpatico diventa difettuale e quindi molto scarsamente riparativa. E’ molto probabile (direi quasi certo) l’insorgenza di stati gravemente patologici.
In realtà uno stato di distress non prevenuto e non curato è da considerare sia padre che figlio di quasi ogni malattia: ad esempio uno stato patologico non curato porta al distress il quale a sua volta aggrava, complica e allarga lo stato patologico.
Il sistema tende così ad auto intossicarsi, a essere particolarmente permeabile alle tossine provenienti dall’esterno, a indebolire le sue difese immunitarie, a impoverirsi di elementi nutrizionali, a ossidarsi, ad acidificarsi e a distorcersi da un punto di vista strutturale e posturale. Si producono in grande quantità ormoni come il cortisolo e dei neurotrasmettitori come l’epinefrina e la norepinefrina. Il nostro sistema mente – corpo non riesce più a discernere la vera entità dei eventi stressanti e non riesce più a modulare una risposta proporzionata ponendosi in uno stato continuo ed estremo di lotta o fuga.
Pressoché parallelamente la fase acuta dell’infiammazione non termina con un ripristino delle funzioni, ma semplicemente cala d’intensità, non risolvendosi completamente, si trasforma in infiammazione sistemica cronica. Si attua così uno stato continuo di infiammazione in cui il sistema immunitario continua la sua attività per cui, il più delle volte, senza dar segno di sé, danneggia la matrice extracellulare e i tessuti cellulari creando un terribile circolo vizioso in cui distress e infiammazione cronica sistemica si alimentano a vicenda.

Un Identikit del Rilassamento nella Camminata Metabolica

Qualche orientamento preliminare
Le prime parole che possono venire in mente nella descrizione del Rilassamento nella Camminata Metabolica sono esperienza sui generis; in effetti sono numerosi gli elementi che la caratterizzano e gli conferiscono un certo tocco di unicità; innanzitutto il contesto in cui avviene e la possibilità di una sua variabilità sia pure nell’ambito e nei limiti dell’aspetto protocollare che contraddistingue la Camminata Metabolica.
Un concetto chiave che rappresenta questa esperienza sui generis è quello che ci porta a considerarla come un intreccio di relazioni e condivisioni: tra il Trainer e il gruppo, tra sé e se stessi e tra ogni componente del gruppo. Può essere vista, inoltre, come un insieme di pagine bianche su cui scrivere un racconto, che ha di certo una traccia precostituita ma che non è esente da circostanze, stati d’animo, intuizioni e parole che sorprendono. E’ uno spazio in cui ci si può donare il sapore soave della lentezza e della profondità e rendersi conto, in contrasto, degli aspetti tossici della fretta e della superficialità.
E’ simile a un dessert che viene, non a caso, servito per ultimo, non solo per equilibrare i sapori precedentemente gustati, ma anche, per creare una discontinuità; uno iato che si pone tra una piacevolezza inebriante in cui hanno prevalso il movimento e l’attivazione del sistema ortosimpatico e la dolcezza della distensione parasimpatica e del maternage della relazione con il trainer.
E’, poi, più prosaicamente, un agevolare un recupero defaticante e decontratturante dopo le precedenti fasi di allenamento.

La funzione del Trainer
La fase di rilassamento nella Camminata Metabolica è guidata dallo stesso Trainer che coordina le precedenti fasi ginnico-motorie.
E’ auspicabile che, pur rimanendo fedele al protocollo, usi delle modalità tecniche e uno stile personale che nasce dalle sue esperienze formative, dalle sue convinzioni e dai suoi talenti individuali.
Può, di volta in volte, scegliere una delle tre posizioni in cui porre i partecipanti a questa fase: in piedi, seduti o distesi sul tappetino.
Al di là e al di sopra di ogni notazione, è suo preciso compito che tutto concorra a creare le migliori condizioni affinché le operazioni si svolgano nel modo più efficace possibile:
• Individuare uno spazio il più comodo e accogliente possibile: silenzioso, poco affollato, in piano, riparato da una eccessiva luminosità del sole e dalla forza del vento
• Creare in se stesso un autentico stato in cui prevalga una vera disponibilità, attenzione ed empatia nei confronti degli allievi.
• Considerare le giuste pause per far si che i vari passaggi siano effettuati senza frettolosità.
• Esprimere una postura, un linguaggio verbale e paraverbale e una mimica congrui con gli obiettivi di questa fase.
• Sollecitare con efficacia l’attivazione degli aspetti percettivi e sensoriali dei partecipanti.
Queste fondamentali accortezze del trainer sono i presupposti fondamentali per indurre gli allievi a una partecipazione convinta e, quindi, attiva e attenta all’esperienza.

Respirazione, rilassamento e visualizzazione

“Ognuno visualizza sia che lo sappia che no.
Visualizzare è il grande segreto del successo.”
– Genevieve Behrend, scrittrice francese

La respirazione, il rilassamento e la visualizzazione sono i tre più importanti protagonisti della ultima fase della Camminata Metabolica; tre azioni che si possono susseguire, sovrapporre e agire in sinergia reciproca.
La respirazione è opportuno che sia profonda e lenta; il movimento ampio, controllato e visualizzato, del diaframma migliora l’ossigenazione, determina una sorta di massaggio agli organi addominali e toracici, stimola il nervo vago che è il principale protagonista del sistema nervoso parasimpatico; quel sistema che svolge la funzione di promuovere il recuperare delle energie, la quiete e il rilassamento inteso in senso generale ma anche muscolare.

La visualizzazione, in questo ambito, è definibile come una rappresentazione mentale consapevole di qualcosa che non è realmente visibile in quanto non presente al nostro apparato visivo.

Le acquisizioni delle neuroscienze hanno dimostrato che se visualizziamo un qualsiasi oggetto o una qualsiasi azione o immagine complessa si attivano le medesime zone neuronali di quando vediamo e ci muoviamo veramente; del resto per fare una certa azione abbiamo bisogno di pensarla. Il potere della visualizzazione ci apre così prospettive estremamente allettanti.

Possiamo così, per esempio, fragilizzare la cristalizzazione, che avviene anche a livello neuronale e inconscio, delle convinzioni limitanti, dei dogmi, delle strategie di sopravvivenza, dei meccanismi di difesa che sotterraneamente boicottano, destabilizzano e celano il nucleo più sano, genuino e fecondo dell’essere umano.

Usare la visualizzazione in modo consapevole e anticipatorio aiuta a darci la giusta carica per affrontare i momenti cruciali della vita gestendo al meglio le emozioni e trasformando l’ansia in attivazione; non a caso questa pratica e molto utilizzata nel mondo dello sport; visualizzare l’allenamento dei muscoli li rinforza realmente, immaginare la decontratturazione li rilassa altrettanto realmente.

Le visualizzazioni mentali mirate hanno, infine, dimostrato di influenzare positivamente diversi parametri fisiologici: frequenza cardiaca e respiratoria, pressione sanguigna, attività elettromiografica, processi di guarigione e riabilitazione, indurre uno stato di rilassamento psicofisico, con un aumento delle onde Alfa e Theta a livello cerebrale e una regolazione della produzione dell’ormone cortisolo. Inoltre, sollecitano una maggior produzione di melatonina con conseguente miglioramento della qualità del sonno e della sincronizzazione dei ritmi biologici.

Dott. Michele Iannelli

Esempio di una fase di Rilassamento condotta dal Dott. Michele Iannelli

“Ora che sei sdraiata sul tuo materassino, trova la posizione più comoda per te. Respira in modo naturale, ma profondo, lento e consapevole; rilassa tutta te stessa visualizzando, a partire dalla testa, tutti i tuoi muscoli e i tuoi organi. Raggiungi così uno stato che ti permetta di ottenere una condizione di quiete e la disponibilità a un ascolto autentico.

Ti voglio invitare a riflettere su quanto sia prezioso valorizzare le cose belle che accadono nella nostra vita e che a volte trascuriamo, minimizziamo o diamo per scontate.
Scegline una adesso, una qualsiasi, una che ti appartiene veramente, semplice, quotidiana come per esempio una doccia calda, il tepore di una coperta, l’odore dell’aria e della terra quando piove.
Ora che l’hai individuata visualizzala in una parte del tuo corpo, dalle un colore, una forma, percepisci la sua vibrazione, ringraziala, falle una coccola, falla diventare grande, consentile di abbracciare e ristorare la tua anima, aiutala ad accarezzare la tua pelle.
Goditi questo momento e portalo con te come un gioiello luminoso, sempre a portata di mano… Apri gli occhi e ritorna qui.”

DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it

RILASSAMENTO IN CAMMINATA METABOLICA ultima modifica: 2023-11-20T20:15:46+01:00 da Dott Michele Iannelli
Shares
Share This