L’essere umano può essere raffigurato come un sistema complesso formato da centomila miliardi di cellule e da un’estesa matrice extracellulare.

La Medicina Tradizionale Cinese definisce l’uomo come una sorta di piccolo universo che vive in un grande universo.
A partire da questa autorevole metafora, immagino, dunque, le nostre innumerevoli cellule come stelle, i tessuti, composti dalle varie specializzazioni cellulari, come galassie; la matrice extracellulare la assimilo a una sorta di spazio interplanetario, interstellare e intergalattico; infine, ma primo per importanza, evidenzio anche l’aspetto immateriale di ogni cosa, cioè le onde di natura fisica che saettano invisibili nel piccolo universo umano, ma anche intorno e su di noi nel e dal grande universo.

Ogni cellula è individualizzata e separata dall’ambiente esterno da una membrana plasmatica; ma, anche grazie a essa, è, allo stesso tempo, in continua e intima comunicazione con l’enorme e variegatissimo ambiente esterno; ciò avviene in virtù delle numerose aree e funzioni specializzate della membrana stessa e della cellula nel suo complesso.
Gli scambi di materia e di informazioni, come si verifica in tutti i sistemi pluricellulari, hanno due scopi fondamentali: regolare l’ambiente interno della singola cellula affinché possa eseguire sia le azioni indispensabili per la sua sopravvivenza, sia svolgere attività utili alla collettività al fine di permettere la vita e l’evoluzione del sistema-uomo. Le nostre cellule devono, perciò, continuamente comunicare per coordinarsi tra loro proprio come avviene in una comunità di esseri umani.

Ogni cellula, per autoregolarsi e per essere collegata con le altre cellule e con la matrice extracellulare, utilizza decine di tipologie di molecole biochimiche (come, per esempio, gli ormoni e i neurotrasmettitori) e innumerevoli segnali biofisici per inviare continuamente messaggi, sia ravvicinati che a distanza. Le molecole biochimiche possono essere paragonate alla posta cartacea che viene spedita imbucandola nella apposita cassetta e recapitata dal portalettere; i segnali biofisici e, quindi, immateriali ci ricordano, invece, per modalità e tempi, la posta elettronica; due modi diversi di scambiare informazioni, ma entrambi indispensabili per la sopravvivenza e per la vita. Citiamo, poi, le interazioni di tipo meccanico dovute a contiguità tra cellule e le connessioni meccaniche presenti e operanti tra le cellule e la matrice extra cellulare; queste ultime fanno si che le cellule non fluttuino liberamente all’interno di essa, ma che, subendo ed esercitando trazioni e spinte meccaniche tramite determinate proteine, seguano traiettorie utili a svolgere i molteplici compiti al servizio delle finalità suddette.
La cellula e la matrice extracellulare sono, dunque, due entità solo apparentemente separate; esse, infatti, necessariamente per tutta la durata della vita, in ogni istante, devono, sempre e vorticosamente, interagire per poter operare con efficacia venendo incontro alle necessità locali e globali al tempo stesso. Insomma, tutto è collegato con tutto.

La descrizione della matrice extracellulare è, dunque, un tassello essenziale per comprendere chi siamo e per chiarire le importantissime implicazioni cliniche e terapeutiche a essa connesse.
La matrice extra cellulare è, un fluido più o meno gelatinoso che costituisce l’ambiente nel quale vivono tutte le nostre cellule. E’, dunque, evidente che dallo stato di salute della matrice dipende lo stato di salute delle cellule.
Essa svolge funzioni notevolissime per quantità e qualità e ha una composizione omogenea; può essere, pertanto, considerata una sorta di organo: l’organo più ubiquitario e grande del corpo umano; la sua massa, infatti, determina ben il 25% del totale del peso.
La matrice extracellulare è composta da una complessa rete di macromolecole e da acqua. Le macromolecole possono essere divise in due categorie principali: le fibre proteiche insolubili e complessi solubili di carboidrati e proteine.

La matrice extra cellulare svolge numerose e indispensabili funzioni. E’ un soffice mantello che, avvolgendole dolcemente, offre protezione alle cellule. E’ sede di metabolizzazione e deposito di elementi nutritivi ed è , così, un mare da cui le cellule traggono nutrimento. Ha una funzione riparativa e rigenerativa per tutto il sistema. E’ un campo di battaglia dove si svolge una lotta continua in cui le nostre forze armate , cioè le difese immunitarie, dispiegano le truppe variamente specializzate, cioè i diversi tipi di cellule immunitarie, per combattere contro tutto ciò che è riconosciuto come improprio e, quindi, considerato dannoso nei confronti dell’organismo umano. Grazie alla sua composizione contribuisce a fornire le tre caratteristiche più preziose per ogni tipo di struttura: robustezza, flessibilità ed elasticità. E’ una enorme, agevole e capillare via di comunicazione e in cui viaggiano in tutto il corpo le informazioni materiali e immateriali e questa caratteristica fa si che svolga un vitale compito di coordinamento. Sotto forma di membrana basale fornisce supporto nutrizionale e ancoraggio alle cellule epiteliali. Le sue connessioni con le fasce connettivali svolgono un’importante funzione nella regolazione della nostra postura. Esegue, infine, un importantissimo compito di deposito e smaltimento delle tossine provenienti dall’esterno dell’organismo ( come per esempio pesticidi, farmaci di sintesi, metalli pesanti etc), delle tossine provenienti dal metabolismo delle cellule stesse e delle tossine immateriali; è nel contempo deputata alla eliminazione delle circa dieci miliardi di cellule che ogni giorno muoiono, per invecchiamento fisiologico, per malattia e in combattimento contro gli attacchi esterni.

La matrice extra cellulare è dunque, un organo fortemente dinamico; è, difatti, in continuo rimodellamento morfologico e funzionale, in base alle esigenze interne e a quelle cellulari. Tutte queste continue e infinite variazioni avvengono comunque nell’ambito di un’alternanza di due fasi della durata di circa dodici ore ciascuna: una fase catabolica e una anabolica.
Se si creano le condizioni di una riduzione o addirittura di una assenza di queste capacità si va in sofferenza. L’alterazione di tutte queste attività virtuose della matrice è, infatti, il passaggio consueto di quasi tutte le patologie croniche e degenerative; anche alcune malattie genetiche sono il risultato finale di deterioramenti di molecole della matrice extracellulare.
Particolarmente dannose per la matrice extracellulare sono la presenza di un eccesso di radicali liberi e uno stato di acidosi; queste situazioni anomale andando a destabilizzare l’equilibrio tra le diverse classi di enzimi determinano così danni locali e/o più o meno generalizzati.
La matrice extra cellulare è, inoltre, implicata nell’infiammazione, un fenomeno biologico antichissimo e vitale per l’essere umano.

Dott Michele Iannelli

LA MATRICE EXTRACELLULARE UMANA ultima modifica: 2018-07-13T07:33:19+02:00 da Dott Michele Iannelli
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