Il pianto è un linguaggio corporeo tipico dell’essere umano, è universale e risale alla notte dei tempi.
Piangere è fisiologicamente assai utile; ha, infatti, effetti molto positivi su tutto l’asse PsicoNeuroEndocrinoImmunoSomatologico.
Trattenere le lacrime non ha senso e produce effetti negativi come il trattenere l’urina, le feci, gli starnuti, il vomito etc; anzi è ancora più grave poiché, oltre a impedire processi salutari, determina un’implosione caotica nel corpo.
La lacrimazione è un potente “anestetico” sia per il dolore percepito dal corpo che per quello che affligge l’“anima”.
Una crisi di pianto allenta le tensioni psicologiche e le contratture muscolari.
Il pianto è una reazione che sottolinea la e collega alla potenza evocativa di una poesia, di una scena teatrale o filmica, di un dipinto, di un monumento e di qualsiasi altra espressione artistica.
Secondo la Medicina Tradizionale Cinese la “funzione cuore” può essere lesa da un eccesso di gioia; piangere di gioia evita questo rischio.
Il pianto di un paziente durante una seduta psicoterapeutica è un valido indizio che si sta toccando qualche nodo importante ai fini del cambiamento.
Il pianto è, dunque, un preziosa modalità comunicativa e un potente riequilibrante nelle situazione di distress per tutti; ciò al di là di alcune convenzioni sociali che bloccano e penalizzano il sesso maschile.
DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica, omeopata e floriterapeuta.
Esperto in NeuroRiflessoTerapia personalizzata (Medicina Punti Dolorosi).
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