Nel precedente articolo Il massaggio al neonato: una relazione d’amore sono state illustrate le ottime ragioni per cui è opportuno che i genitori massaggino i propri figli sin dalla nascita; un massaggio empatico, spontaneo, intuitivo, delicato, dolce e tenero, praticato con piacere e disponibilità è, infatti, una straordinaria occasione di contatto, di scambio affettivo, di conoscenza e di riconoscenza reciproca.
In questo testo sono, inoltre, descritte semplici ma preziose indicazioni preliminari per effettuare al meglio il massaggio al proprio bambino.

Regola numero uno: COMFORT!

Qualsiasi cosa che vogliamo realizzare nella nostra vita, affinché riesca bene, deve avere un presupposto fondamentale: un’autentica disponibilità che deriva a sua volta dalla voglia di farla. Occorre, oltre a ciò, dotarsi del giusto tempo, di uno spazio adeguato e dalla gradevole temperatura, di abiti comodi, di protezione da interferenze sgradite e destabilizzanti. Ciò è ancor più vero nel caso di un bambino neonato o anche più grande; egli, infatti, è dotato di una grande capacità di captare i segnali che provengono dall’ambiente e dalle relazioni dirette ed è molto bisognoso di stimoli di qualità.

L’intuito guida le mani, le mani guidano l’intuito

Non c’è bisogno di frequentare corsi per offrire un buon massaggio ai propri figli. Il cuore è il luogo della comprensione profonda e della sintonia; se lo si ascolta, intuito e creatività, sgorgando da esso senza fatica e in abbondanza, guideranno le mani. Le mani e lo sguardo possono a loro volta percepire i veri e profondi bisogni del bimbo e guidare l’intuito e la creatività. Si viene così a creare un circolo virtuoso che evolve e si autoalimenta. La pelle nasce dallo stesso foglietto embrionale (l’ectoderma) da cui si origina il sistema nervoso: durante il massaggio, dunque, due cervelli cutanei comunicano profondamente con una notevole possibilità di scambiarsi un quid che procura benessere a entrambi.

Il massaggio al neonato: cosa usare, da quando cominciare, quanto farlo durare e con che frequenza farlo

Cosa usare
Il massaggio può essere eseguito con un olio di calendula o di mandorle dolci; sono in commercio specifici prodotti derivati da agricoltura biologica, senza profumi che possano disturbare il bambino e con una composizione idonea al rispetto della delicatezza della sua pelle.
L’olio offre anche la possibilità di veicolare le informazioni vibrazionali dei rimedi floreali: bastano 10 ml di olio e una goccia di ciascuno dei rimedi floreali appropriati originali in forma non diluita; se non si riesce a individuare floriterapici specifici, con il Rescue Remedy non si sbaglia mai.
Da quando cominciare, quanto farlo durare e con che frequenza farlo
Si può cominciare già da una decina di giorni dopo il parto; all’inizio per pochissimi minuti e poi aumentando progressivamente la durata fino a un massimo di una decina di minuti. Al compimento del primo mese si può ricominciare a prolungarla gradualmente fino a un massimo di una ventina di minuti; va bene mantenere questa tempo fino all’età di 6 anni; da questo momento in poi, si può ulteriormente incrementare il numero dei minuti; ciò in virtù dell’eventuale gradimento del bambino, della sua maggiore maturazione e del notevole aumento, tipico dell’inizio della scuola dell’obbligo, dei suoi impegni intellettuali e motori. Ovviamente è sempre opportuno interrompere la seduta qualora il piccolo dia segno di una qualche insofferenza.
La frequenza del massaggio deve tener conto dei bisogni del figlio: una volta alla settimana può essere un punto di riferimento ragionevole; sono consigliabili anche periodi di pausa di una ventina di giorni per evitare che esso diventi una routine scontata e monotona.

Altre semplici ma importanti accortezze

L’aver creato una situazione di comfort agevolerà un’importante prima abilità: è molto opportuno che la mano del genitore (mai fredda) operi con scioltezza e che sia del tutto appoggiata sulla pelle del bimbo.
Occorre, poi, sperimentando con prudenza e facendosi guidare dall’osservazione e l’intuito, calibrare una pressione della mano in modo tale che non si faccia una semplice carezza, che non si procuri solletico e che, d’altra parte, non ci sia un surplus rispetto a ciò che è necessario.
E’ bene che chi massaggia abbia un contatto ininterrotto con il bebè anche quando deve prendere e versare dell’altro olio; è opportuno, ma se qualche volta non succede non è un dramma.
Una finezza di buon senso è quella di far sì che la parte finale del massaggio sia contraddistinta da quei passaggi particolarmente graditi al piccolo: ciò al fine di fissare ulteriormente nella sua memoria emotiva un collegamento tra la stimolazione manuale e la piacevolezza.

N.B. Nel prossimo articolo si esporranno le basilari indicazioni tecniche per effettuare al meglio il massaggio al proprio bambino.

DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it

IL MASSAGGIO DEL NEONATO: UTILI E PRELIMINARI INDICAZIONI PER FARLO BENE ultima modifica: 2020-08-25T12:02:41+02:00 da Dott Michele Iannelli
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