Può accadere di pensare, pronunciare o sentir dire frasi di questo genere: « Io? Andare dallo strizzacervelli? Ma non sono mica matto! », « Non vado in psicoterapia, ce la farò da solo con la mia volontà! », « La psicoterapia non serve a niente, sono solo parole. Vado dal neurologo lui si che ti da cure serie! », « Mio figlio certo ha qualche problema, ma non lo voglio medicalizzare; finita l’adolescenza tutto si sistemerà! » oppure « Vacci tu dallo psicoterapeuta! Tu ne hai bisogno che sei una pazza, non io! »

Queste e tanti altre frasi simili sono spesso pronunciate o pensate proprio da quelle persone che, in realtà, avrebbero un forte bisogno di psicoterapia ma che tentano di evitarla in tutti i modi possibili (a volte accampando superabili o addirittura inesistenti difficoltà economiche e/o di tempo).
Non accedere, qualora se ne avesse bisogno, alle cure psicologiche o farlo con troppo ritardo determina, il più delle volte, non solo considerevoli danni alla propria salute, ma anche guasti di natura economica e sociale a se stessi, alla propria famiglia e alla collettività.

Evitare o rimandare le cure psicologiche è un vero e proprio auto boicottaggio.

Le ragioni di questa perniciosa tendenza sono spesso, come vedremo di seguito, le stesse che hanno contribuito a determinare la sofferenza della persona.
Secondo i presupposti che ispirano la Psicoterapia Olistica Umanistica, la persona soffre a causa di elementi complessi e inconsci che la penalizzano: le sue paure, le angosce, i traumi, i conflitti, le strategie di sopravvivenza, le tattiche difensive e i dogmi che il soggetto ha pian piano creato in sé senza rendersene conto.
Sono questi, in buona sostanza, i fattori che generano un’interazione disfunzionale con la realtà (interiore ed esteriore). Maggiore è l’influsso di questi elementi inconsci sulla nostra vita e maggiore sarà l’alterazione esistenziale; essa darà segno di sé attraverso vissuti, condotte e stili connotati da rigidità, automatismo, disistima, ansia, conflittualità, schematismo, eccessiva tensione, auto ed etero castrazione, conformismo, smarrimento di valori e senso dell’esistenza, tristezza, dogmatismo, senso di colpa, stasi, rinuncia e chiusura autarchica.
Si attua, in sintesi, una coazione a ripetere, in tutte le occasioni significative, di una sorta di copione sempre insoddisfacente. Tutto ciò si concretizza in ultima analisi nello star male, poiché non solo questi complessi inconsci sono estremamente destabilizzanti, ma anche perché allontanano dal e celano all’essere umano il suo nucleo più sano, genuino e fecondo di sé (quello che Edward Bach, medico gallese e fondatore della Floriterapia, denominava Vero Sé); essi, inoltre, bloccano e disattivano l’Inconscio Superiore (cioè quell’insieme di qualità positive e risorse ipotizzate dallo psichiatra Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi).

Dogmi, strategie di sopravvivenza e meccanismi di difesa

Nel paragrafo precedente ho citato le strategie inconsce di sopravvivenza, i meccanismi di difesa e i dogmi; questi elementi sono, più o meno inconsapevolmente, costruite da ognuno di noi in una età molto precoce in funzione delle relazioni con l’ambiente esterno e con quello intrapsichico.
Quando lo sviluppo evolutivo del bambino si svolge in un clima emotivo “sufficientemente buono”, si determinano ottime probabilità che la persona possa instaurare un rapporto positivo con se stesso e con gli altri. 
Per clima relazionale buono si intende un’atmosfera caratterizzata da relazioni basate su condivisione, intesa, sintonizzazione e riconoscimento. Relazioni, cioè, in cui siano vigenti empatia, fiducia, accettazione, rispetto e coerenza di messaggi: in ultima analisi, amore. Ciò sarà apportatore di proficue opportunità evolutive che renderanno possibile una buona qualità della vita.
Quanto più le relazioni non vanno per il verso giusto tanto più la persona sarà costretta a strutturare strategie e tattiche di sopravvivenza e meccanismi di difesa con il fine di salvaguardarsi da emozioni, sentimenti, stati d’animo, pensieri e comportamenti che sono stati percepiti come molto pericolosi e destabilizzanti; per esempio: la paura dell’abbandono, un’angoscia pervasiva, il timore di perdere il controllo, un fortissimo senso di colpa, un senso di vuoto che appare incolmabile, una rabbia percepita come devastante, una disgregazione della propria identità.
Il bambino, nel momento e cui viene concepito e poi viene al mondo, è una sorta di esploratore e sperimentatore; da ciò che percepirà ed elaborerà soggettivamente produrrà delle credenze su se stesso, sull’ambiente esterno e sulla relazione tra se e l’ambiente esterno; più le esperienze e le elaborazioni andranno nel senso sufficientemente giusto più le sue teorie saranno flessibili e ottimistiche; più le cose andranno male più costruirà dogmi pessimistici.
Vediamo qualche esempio di dogma: “non valgo abbastanza”, “non sono in grado di prendere decisioni”, “il mondo è sostanzialmente pericoloso e ostile”.
Esempi di meccanismi di difesa: proiezione (per esempio: attribuisco ad altri i miei sentimenti negativi come la rabbia, l’invidia, la gelosia etc), la negazione (per esempio: negare un proprio stato di malattia e di un proprio figlio).
Le principali tattiche e strategia di sopravvivenza sono: “non mi assumo mai le mie responsabilità”, “non mi metto in gioco”, “devo espiare una colpa”, “devo farmi accettare e benvolere da tutti”, “devo dimostrare di essere sempre brillante”, ”mi prendo una rivincita avendo relazioni con uomini che sono come mio padre che non mi ha mai veramente amata” “devo tenere tutto sotto controllo” etc.

I motivi per cui si rimanda, si evita o si interrompe la Psicoterapia

I dogmi, le strategie e tattiche di sopravvivenza e i meccanismi di difesa sono, come già detto, elementi potentissimi che non solo ci fanno star male ma che sono anche alla base dell’evitamento e del boicottaggio della psicoterapia.
La loro potenza è data dal fatto che la loro nascita e il contesto il cui sono nati, il loro significato, le loro connessioni e la loro azione hanno radici profondissime e fortissime in quanto inconsce e, quindi, nascoste.
Sono fattori potentissimi anche perché, per quanto siano disfunzionali e obsoleti, in qualche modo hanno funzionato nell’evitare guai peggiori e nel definire una sia pur malandata identità.
Ecco, dunque che operano, potentemente e sotterraneamente, provocando la paura del cambiamento e la coazione a ripetere schemi e situazioni fallimentari; ecco, dunque, che determinano la negazione del bisogno di cura, la dilazione o l’evitamento o il boicottaggio della più grande occasione di evoluzione possibile: la psicoterapia o qualche altra forma di cura psicologica.
N.B. Una congrua e sana informazione sulla natura, sul bisogno e sui benefici della psicoterapia e delle altre cure psicologiche non deve mai sfociare e degenerare in modalità connotate da coercizione (tranne nei casi motivanti trattamenti sanitari obbligatori) o in insistenze continue; tali eventualità non solo sono eticamente esecrabili ma anche controproducenti.

DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it

NON RIMANDARE LA PSICOTERAPIA! ultima modifica: 2018-10-12T15:40:38+02:00 da Dott Michele Iannelli
Shares
Share This