Elogio della famiglia

Una società che investe seriamente sulla famiglia, è una società che investe sul proprio benessere.

L’Articolo 29 della Costituzione Italiana sancisce che: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”; l’Articolo 31 afferma inoltre: “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi.”

Il filosofo Bertrand Russel in una sua opera conclude: “Il matrimonio è la migliore e più importante istituzione che possa esistere tra gli esseri umani”

Giovanni Paolo Secondo nel suo viaggio a Rio de Janeiro nel 1997 afferma: “La famiglia è l’ambito privilegiato per far crescere le potenzialità personali e sociali che l’uomo porta inscritte nel suo essere”.

La famiglia sotto attacco

Tutte queste appropriate e validissime asserzioni rischiano di apparire nell’Italia e nel mondo odierno, utopie per idealisti e romantici.

Alcuni studiosi e osservatori hanno recentemente, infatti, analizzato (dal punto di vista della politica della famiglia) l’operato, di questi ultimi decenni, di quelle istituzioni ed entità che agiscono a livello internazionale e che quindi costituiscono una sorta di governo mondiale (l’O.N.U. e le sue agenzie, la Unione Europea, la Banca Mondiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità etc).

Essi ritengono che, non solo queste istituzioni abbiano fatto pochissimo in favore della famiglia, ma, addirittura, constatano che si è permesso e si è promosso l’affermarsi di una sottocultura che (in nome di un presunto e falso libertarismo) ha teso a boicottare e minare l’istituzione familiare.

E’ quanto meno ragionevole constatare che queste istituzioni (in modo più o meno consapevole) abbiano sostenuto le logiche e gli obbiettivi delle oligarchie finanziarie e capitaliste che, facendo del profitto l’unico obiettivo e del materialismo una sorta di ideologia, conducono da tempo una lotta sistematica, spietata e concentrica contro l’istituzione familiare.

Si sabota la famiglia per rendere schiavo l’essere umano

Il disfacimento della famiglia è, infatti, uno dei passaggi basilari per rendere l’essere umano il più impersonale, anomico, apolide, asociale, impaurito e, quindi, manovrabile possibile. Si crea così quel vuoto pneumatico che viene riempito tragicamente con il consumo di beni materiali, di droghe, con una modalità di concepire e praticare la sessualità come atto ossessivo, autoreferenziale, narcisistico e scevro da qualsiasi contenuto affettivo

Anche il lavoro non viene, così, più inteso come un fisiologico modo di sostentarsi e di esprimere le proprie vocazioni e la propria creatività, ma diventa una sorta di feticcio diabolico dal quale si ricevono illusorie gratificazioni e al cui cospetto si è disponibili a sacrificare tutto di se stessi.
La carriera, il successo, il denaro e un modo perverso di intendere il potere condizionano talmente tanto le relazioni che si arriva ad abiurare l’onore, la lealtà, l’onestà e la solidarietà, cioè quei valori che sono alla base di una buona qualità della vita.

La televisione ed il computer si trasformano da possibili strumenti di evoluzione e di benessere in cibo spazzatura per riempire un buco dell’anima che, invece, così si allarga ulteriormente.

I figli rischiano di non essere considerati persone da rispettare e da educare con libertà e autorevolezza ma ingombri che ostacolano le carriere e che spaventano, oggetti delle proprie frustrazioni e proiezioni, strumenti di illusorie rivincite personali. Li si tampona infarcendoli con impegni non veramente scelti dai e per i figli stessi e che, quindi, finiscono per essere incombenze conformiste, assurde e stressanti. Li si parcheggia delegando ad altre istituzioni (anch’esse per altro in profonda crisi), li si riempie di oggetti e li si ammansisce con un falso ed ipocrita permissivismo e libertarismo.

Il rapporto uomo-donna può diventare una palude in cui sembra sempre più difficile addentrarsi e in cui fanno capolino quella competizione, invidia, ostilità e diffidenza che producono una aggressività che sfocia a volte in una disperata violenza.

Sabotando la famiglia si colpiscono così le fondamenta dell’individuo e si da vita a una reazione a catena, circolare, multidirezionale e sinergica attraverso la quale si disgregano anche le altre comunità intermedie come quelle lavorative, associative, scolastiche e territoriali.

Restituire forza e valore alla famiglia per ritrovare l’uomo

Occorre ribadire, invece, con vigore e chiarezza che quelle affermazioni positive sulla famiglia, precedentemente riportate, sono di attualità e utilità enorme e devono essere punti di riferimento essenziali per riflettere al fine di impostare una vera politica a favore della famiglia.

Essa è, infatti, una priorità essenziale che deve e può essere affermata e realizzata concretamente attraverso un’offerta costante e diffusa della possibilità, per chi decide di sposarsi e generare, di usufruire di Consultori Prematrimoniali e Prenatali che preparino la psiche, lo spirito e l’intelletto a questi progetti; la possibilità di trovare spazi e valide risposte in Consultori Familiari in grado di agevolare e sostenere la famiglia e la coppia nelle sue scelte e nei suoi momenti di crisi; l’opportunità di ottenere quel sostegno psicologico e materiale affinché l’anziano ed il disabile non siano allontanati dal nucleo famigliare per andare tristemente a spegnersi in luoghi senza anima né calore.

Eduardo De Filippo fa dire a Filumena Marturamo, nell’omonima commedia: “…a famiglie, a famiglie è chella che se riunisce pe nu sfoghe, pe nu cunsiglie…”. Egli sottolinea, in questo modo, la funzione e il valore della famiglia come possibile e principale luogo dell’accoglienza e della condivisione delle emozioni e dei turbamenti. Luogo dal quale poter ripartire rinforzati e rimotivati verso il percorso della vita, grazie anche a suggerimenti resi utili e preziosi dall’affetto e dall’esperienza e in virtù di quella tranquillizzante e nutriente sensazione di sentirsi ascoltati che è possibile se esiste quella capacità di empatizzare che si apprende e si sperimenta proprio in tale ambito.

La psicoterapeuta Virginia Satir definisce famiglie sane quelle in cui ogni membro ha una positiva autostima e in cui la comunicazione è chiara, autentica e diretta in cui le regole sono umane, flessibili e appropriate alla situazione.

Una famiglia, inoltre, che, come afferma lo psichiatra Vittorino Andreoli, non solo non tolga libertà di agire al singolo, ma gli dia la forza per farlo.

Al contrario una famiglia problematica non incoraggia una positiva autostima; i modelli di comunicazione sono indiretti e vaghi le regole non sono flessibili ma assolute e la famiglia funziona come un sistema chiuso nelle sue difese e nei suoi circoli viziosi.

DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it

FAMIGLIA: LA RISORSA SOCIALE PER ECCELLENZA ultima modifica: 2019-01-22T11:05:07+01:00 da Dott Michele Iannelli
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