Demenza e familiari

Introduzione
Le demenze sono stati patologici determinati da processi neurodegenerativi dell’encefalo, i quali sono contraddistinti dalla morte delle cellule nervose cerebrali e/o dalla loro marcata e diffusa disfunzione nello svolgimento della fisiologica attività di comunicazione intercellulare.

Esse insorgono solitamente in età avanzata; determinano un progressivo declino delle facoltà cognitive della persona con gravi ricadute sullo attuazione della normali attività, sulla qualità delle relazioni sociali, sulla padronanza sul proprio mondo delle pulsioni e dell’emotività.
Esistono numerosi tipi di demenza: le due tipologie più conosciute e frequenti sono il morbo di Alzheimer e la demenza vascolare.
Purtroppo, a tutt’oggi, molto forme di demenza sono incurabili; infatti, non esiste ancora un trattamento in grado di far regredire o, quanto meno, arrestare il processo di neuro-degenerazione.

Ecco, dunque, che è opportuno porre l’accento sulla funzione della famiglia nell’affrontare queste condizioni particolarmente critiche.

La famiglia tra crisi e potenzialità nell’affrontare la demenza di un suo componente

Francesco Florenzano noto psicogerontologo ritiene che; La famiglia è l’unica risorsa vera per affrontare la malattia di Alzheimer; ciò lo pensa certamente perché a causa delle politiche liberiste il sistema sanitario nazionale non si prende carico come dovrebbe di questi malati, ma anche perchè probabilmente riconosce nella istituzione famiglia una specifica e insostituibile funzione anche in queste situazioni critiche.

Poiché la demenza di un componente della famiglia è, effettivamente, un evento che mette a dura prova la famiglia stessa, provocando spesso una profonda crisi, è molto utile esaminare brevemente il concetto di crisi nella cultura cinese e il counseling come strumento di intervento su questa crisi.

Il concetto di crisi nella cultura cinese

Il pittogramma cinese Weiji che significa il concetto di CRISI è composto da due ideogrammi:

  • Wei xian che sottolinea l’aspetto di pericolo
  • Jihui che indica il concetto di opportunità

Esso viene quindi a indicarci che eventi, che in tempi relativamente brevi, mettono in subbuglio un sistema possono avere esiti pericolosi o apportatori di opportunità positive.
Vediamo, dunque, come il Counseling può rappresentare una buona possibilità per far si che la crisi imbocchi la strada non solo e non tanto di una risoluzione, a volte (come nel caso della demenza) impossibile, ma, piuttosto quella di una elaborazione che determini conseguenze positive ed evolutive per il sistema famiglia.

Coppia di anziani con Alzheimer

Il Counseling

Il COUNSELING è una metodologia relazionale che può essere utilizzata nelle sue varie sfaccettature da tutti i medici e operatori della salute;
Essa tende a promuovere “empowerment” aiutando ad aiutarsi” (dice, infatti, un proverbio cinese: “se vedi un povero non regalargli un pesce ma insegnagli a pescare”).

La Società Italiana di Counseling (S.i.Co.) afferma inoltre che: “L’intervento di counseling può essere definito come la possibilità di offrire un orientamento o un sostegno a singoli individui o a gruppi, favorendo lo sviluppo e l’utilizzazione delle potenzialità del cliente.”
Si opera affinché, nei singoli e nei gruppi si attui l’individuazione, il riconoscimento, il nutrimento ed il potenziamento di quelle che sono le risorse, le capacità, le peculiarità e le qualità di ognuno.

Empowerment“: (dall’inglese “to empower” traducibile letteralmente con autorizzare, dare pieni poteri.) è un termine, quindi, che indica, la capacità di influire sul proprio organismo, sul proprio ambiente, sulla vita degli altri e sulla società secondo modalità che rafforzano la propria salute. “Empowerment” designa, dunque, la possibilità degli individui, della collettività e delle istituzioni di conferire a se stessi il potere, il diritto e la responsabilità di adoperarsi per creare condizioni benefiche per la propria salute e quella degli altri. Ciò vuol dire ricercare, riconoscere e attivare le proprie risorse e quelle provenienti dall’ambiente esterno scegliendo in prima persona e non delegando ad altri.

Il Counseling in medicina e in ambito sanitario

Il Counseling in medicina e in ambito sanitario offre sostanzialmente le seguenti diversificazioni:

Applicazione delle abilità di counseling da parte del medico e del personale sanitario
Counseling effettuato dal medico, dallo psicologo, dal counselor su specifiche problematiche

Dice un proverbio cinese: “Quando la persona giusta usa mezzi sbagliati questi agiscono in modo giusto; quando la persona sbagliata usa mezzi giusti, questi agiscono in modo sbagliato”; ciò ci permette e ci spinge a sottolineare quanto siano importanti le qualità del medico e dell’operatore nella relazione con il paziente e nelle attività di counseling.

Sarebbe auspicabile:

  • Essere consapevoli del proprio stile personale, accettarlo e valorizzarlo
  • Capacità di ascolto empatico ed attivo
  • Accettazione incondizionata
  • Accoglienza
  • Tolleranza
  • Discrezione
  • Disponibilità
  • Assertività
  • Pazienza
  • Creatività
  • Flessibilità
  • Capacità di autoascolto
  • Essere se stesso… al meglio possibile

Molto importante è sviluppare, quindi, una capacità di EMPATIA che è un concetto che fa riferimento alla capacità dell’uomo di sentire e comprendere ciò che sente l’altro mettendosi nei “suoi panni” pur mantenendo la capacità di conservare i confini, di auto-osservazione e di valutazione cognitiva.

Occorre anche tener presente azioni ed atteggiamenti del terapeuta che al contrario risultano essere ostacolanti al fine del raggiungimento degli obiettivi vediamone alcuni:

  • atteggiamenti giudicanti (critici o approvanti) che derivano da etica ed esperienze personali 
Interpretazioni che possono deformare ciò che è stato comunicato
  • atteggiamenti consolatori, minimizzanti, sdrammatizzanti, inopportunamente rassicuranti,
  • ricerca di una soluzione immediata delle problematiche,
  • fornire consigli e suggerimenti,
  • tendenza a amplificare i problemi, ad ammonire, a minacciare,
  • interruzione della continuità della relazione distraendosi o interrompendo il colloquio con telefonate e quant’altro,
  • condotte sbrigative ed incalzanti,
  • fare domande ed assumere uno stile indagatorio che comunichi diffidenza
  • fornire spiegazioni in modo tale da trasformare il colloquio o parti rilevanti di esso in une lezione o una conferenza
  • essere eccessivamente direttivi o addirittura dare ordini, ironizzare, razionalizzare e oggettivizzare.

Conclusioni

Ribadiamo così la centralità della famiglia del demente e riteniamo che per trasformare la sua crisi in una buona occasione è bene:

  • prendersi cura di ogni famiglia considerandone l’unicità
  • formare il personale sanitario sulle “abilità di counseling”
  • fornire un servizio di counseling clinico mirato e specifico nei confronti delle famiglie dei soggetti affetti da forme di demenza con l’obiettivo di:
  • formare il personale sanitario sulle “abilità di counseling”
  • fornire un servizio di counseling clinico mirato e specifico nei confronti delle famiglie dei soggetti affetti da forme di demenza con l’obiettivo di:
  • “seguire” la famiglia agevolandola a gestire la crisi implementandone l’Empowerment attraverso un’azione di:
  • informazione,
  • sostegno,
  • accoglienza,
  • contenimento,
  • motivazione,
  • restituzione di consapevolezza aspirando così a promuovere:
  • attivazione e riscoperta di competenze,
  • accettazione attiva della situazione,
  • un senso di solidarietà rinnovato e rivivificato,
  • una capacità di comunicazione più aperta e flessibile
  • riaggregazione,
  • adattamento creativo,
  • autostima e stima reciproca,
  • riscoperta del piacere di collaborare per l’ottenimento di uno scopo comune.

DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it

FAMIGLIA E DEMENZA: DA VITTIMA A RISORSA ultima modifica: 2019-02-05T15:01:43+01:00 da Dott Michele Iannelli
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